Umar Hawezv (condannato a morte dal regime iracheno, rifugiato politico) partecipa alla conferenza stampa con esponenti dell'opposizione democratica irachena, presso la sede di Torre Argentina.
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Dichiarazione finale dell'Assemblea dei 1.000
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Gli scienziati, intellettuali, medici e malati italiani che hanno attivamente partecipato alla recente campagna referendaria hanno convocato a Roma nei giorni 17-19 giugno (con il sostegno dell’Associazione Luca Coscioni e di Radicali Italiani) un’assemblea che ha analizzato in modo articolato l’esito referendario e ha proposto – grazie alla partecipazione e l’intervento di oltre 500 persone, e il contributo economico di oltre 1.000 persone – idee e iniziative sul “che fare” post-referendario.
Gli interventi hanno sottolineato lo stato di precarietà della democrazia e della legalità in Italia, alla luce dei modi e dei contenuti del confronto referendario. E’ stato stigmatizzato il ruolo disinformativo dei media, in particolare delle reti Rai e Mediaset, e delle massime cariche istituzionali, che hanno tenuto un comportamento apertamente diseducativo rispetto ai valori della democrazia e, a parere di molti, anche formalmente contrario alla legge; nonché delle gerarchie vaticane e della Conferenza Episcopale Italiana, apertamente impegnate nell’agone politico-elettorale in modo pregiudizievole della stessa libertà religiosa.
E’ stata rimarcata la necessità e l’utilità di continuare e intensificare le iniziative nonviolente e di disobbedienza civile per segnalare all’opinione pubblica il carattere incostituzionale e pernicioso della legge 40/2004. Una legge che non protegge gli embrioni, ma ha il solo scopo di dissuadere l’utilizzazione delle tecnologie della fecondazione assistita da parte dei cittadini italiani, malati e scienziati, costringendoli a rivolgersi all’estero in condizioni di minore sicurezza.
L’Assemblea sostiene i contenuti e gli obiettivi della lettera aperta al Presidente della Repubblica, già sottoscritta da decine di operatori di centri di fecondazione assistita, che denuncia il contrasto fra la legge 40/2004 e i principi della deontologia medica, che vincola moralmente i medici a non far del male ai loro pazienti e a garantir loro i trattamenti migliori e più efficaci. Gli estensori della lettera a Ciampi ritengono che in caso di mancato intervento del Parlamento sulla legge 40, e non accettando di violare la propria deontologia non avranno altra scelta che quella di andare a lavorare in un altro Paese, o quella di chiedere alla magistratura di intervenire, attuando una disobbedienza civile alla legge 40, rispettando di fatto nel loro operato la prudenza, la perizia e la diligenza.
La legge 40/2004 colpisce la libertà di ricerca scientifica, proibendo lo studio delle cellule staminali embrionali, che, come hanno pubblicamente dichiarato i massimi esperti italiani e internazionali del settore, rappresentano una delle frontiere della conoscenza biomedica e della terapia delle malattie degenerative. La censura della libertà di ricerca appartiene a stagioni storiche e regimi dove la democrazia non esisteva.
L’Assemblea ringrazia chi ha votato il 12 e 13 giugno, e soprattutto quanti hanno votato sì, assumendo il valore fondamentale della libertà, all’interno di confini metodologicamente e giuridicamente stabiliti su basi razionali e non dogmatiche, anche nell’ambito della ricerca scientifica e della pratica clinica. L’Assemblea rivendica il ruolo fondamentale che la scienza e la tecnologia hanno svolto, storicamente, non solo nel promuovere il benessere umano, ma anche per consentire una maggiore efficienza di funzionamento delle democrazie e potenziare le capacità di scelta individuale rispetto ai valori diffusi nella società.
Da alcuni decenni è in atto anche nel mondo occidentale e democratico un’irragionevole attacco nei riguardi della ricerca e degli sviluppi applicativi nei campi della genetica molecolare e della biologia cellulare, che vengono giudicati forieri di minacce per l’uomo o l’ambiente.
In tale contesto, il Congresso mondiale per la libertà di ricerca (la cui sessione costitutiva si è tenuta lo scorso ottobre su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni) assume un valore culturale e politico a livello nazionale internazionale, per far luce sui meccanismi che sono all’origine delle percezioni distorte della scienza, e che favoriscono la strumentalizzazione politica di atteggiamenti irrazionali per giustificare la limitazione della libertà di ricerca, di sviluppo di terapie utili a milioni di persone e delle libertà individuali nelle scelte riguardanti la salute e la malattia. E per promuovere iniziative volte a contrastare a livello nazionale e internazionale le distorsioni della scienza da parte della politica.
L’Assemblea saluta la novità preziosa della partecipazione attiva di scienziati, docenti e intellettuali alla campagna referendaria, ritenendo che rappresenti un dato politicamente e civilmente molto significativo. Da non disperdere, ma, anzi, da potenziare e organizzare Questa novità può e deve costituire una risorsa anche per avviare una più appropriata e concreta riflessione politica nell’imminente contesto della campagna elettorale per le elezioni del 2006. Lo scopo deve essere quello orientare verso scelte politiche e istituzionali che promuovono i valori della libertà di ricerca, di scelta e di coscienza. Si tratta di favorire l’elaborazione di analisi e documenti, ma anche la crescita delle iniziative nonviolente e transnazionali, che costringano le forze politiche e le coalizioni a confrontarsi ed impegnarsi, anche elettoralmente sulle strategie per superare i ritardi della ricerca e dell’innovazione in Italia, per promuovere l’educazione scientifica e per superare i proibizionismi sulla ricerca e sulla conoscenza.
Gli interventi hanno sottolineato lo stato di precarietà della democrazia e della legalità in Italia, alla luce dei modi e dei contenuti del confronto referendario. E’ stato stigmatizzato il ruolo disinformativo dei media, in particolare delle reti Rai e Mediaset, e delle massime cariche istituzionali, che hanno tenuto un comportamento apertamente diseducativo rispetto ai valori della democrazia e, a parere di molti, anche formalmente contrario alla legge; nonché delle gerarchie vaticane e della Conferenza Episcopale Italiana, apertamente impegnate nell’agone politico-elettorale in modo pregiudizievole della stessa libertà religiosa.
E’ stata rimarcata la necessità e l’utilità di continuare e intensificare le iniziative nonviolente e di disobbedienza civile per segnalare all’opinione pubblica il carattere incostituzionale e pernicioso della legge 40/2004. Una legge che non protegge gli embrioni, ma ha il solo scopo di dissuadere l’utilizzazione delle tecnologie della fecondazione assistita da parte dei cittadini italiani, malati e scienziati, costringendoli a rivolgersi all’estero in condizioni di minore sicurezza.
L’Assemblea sostiene i contenuti e gli obiettivi della lettera aperta al Presidente della Repubblica, già sottoscritta da decine di operatori di centri di fecondazione assistita, che denuncia il contrasto fra la legge 40/2004 e i principi della deontologia medica, che vincola moralmente i medici a non far del male ai loro pazienti e a garantir loro i trattamenti migliori e più efficaci. Gli estensori della lettera a Ciampi ritengono che in caso di mancato intervento del Parlamento sulla legge 40, e non accettando di violare la propria deontologia non avranno altra scelta che quella di andare a lavorare in un altro Paese, o quella di chiedere alla magistratura di intervenire, attuando una disobbedienza civile alla legge 40, rispettando di fatto nel loro operato la prudenza, la perizia e la diligenza.
La legge 40/2004 colpisce la libertà di ricerca scientifica, proibendo lo studio delle cellule staminali embrionali, che, come hanno pubblicamente dichiarato i massimi esperti italiani e internazionali del settore, rappresentano una delle frontiere della conoscenza biomedica e della terapia delle malattie degenerative. La censura della libertà di ricerca appartiene a stagioni storiche e regimi dove la democrazia non esisteva.
L’Assemblea ringrazia chi ha votato il 12 e 13 giugno, e soprattutto quanti hanno votato sì, assumendo il valore fondamentale della libertà, all’interno di confini metodologicamente e giuridicamente stabiliti su basi razionali e non dogmatiche, anche nell’ambito della ricerca scientifica e della pratica clinica. L’Assemblea rivendica il ruolo fondamentale che la scienza e la tecnologia hanno svolto, storicamente, non solo nel promuovere il benessere umano, ma anche per consentire una maggiore efficienza di funzionamento delle democrazie e potenziare le capacità di scelta individuale rispetto ai valori diffusi nella società.
Da alcuni decenni è in atto anche nel mondo occidentale e democratico un’irragionevole attacco nei riguardi della ricerca e degli sviluppi applicativi nei campi della genetica molecolare e della biologia cellulare, che vengono giudicati forieri di minacce per l’uomo o l’ambiente.
In tale contesto, il Congresso mondiale per la libertà di ricerca (la cui sessione costitutiva si è tenuta lo scorso ottobre su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni) assume un valore culturale e politico a livello nazionale internazionale, per far luce sui meccanismi che sono all’origine delle percezioni distorte della scienza, e che favoriscono la strumentalizzazione politica di atteggiamenti irrazionali per giustificare la limitazione della libertà di ricerca, di sviluppo di terapie utili a milioni di persone e delle libertà individuali nelle scelte riguardanti la salute e la malattia. E per promuovere iniziative volte a contrastare a livello nazionale e internazionale le distorsioni della scienza da parte della politica.
L’Assemblea saluta la novità preziosa della partecipazione attiva di scienziati, docenti e intellettuali alla campagna referendaria, ritenendo che rappresenti un dato politicamente e civilmente molto significativo. Da non disperdere, ma, anzi, da potenziare e organizzare Questa novità può e deve costituire una risorsa anche per avviare una più appropriata e concreta riflessione politica nell’imminente contesto della campagna elettorale per le elezioni del 2006. Lo scopo deve essere quello orientare verso scelte politiche e istituzionali che promuovono i valori della libertà di ricerca, di scelta e di coscienza. Si tratta di favorire l’elaborazione di analisi e documenti, ma anche la crescita delle iniziative nonviolente e transnazionali, che costringano le forze politiche e le coalizioni a confrontarsi ed impegnarsi, anche elettoralmente sulle strategie per superare i ritardi della ricerca e dell’innovazione in Italia, per promuovere l’educazione scientifica e per superare i proibizionismi sulla ricerca e sulla conoscenza.
Grande Satyagraha dedicato a Marco Pannella, dal 22 gennaio 2017
Per una campagna dello Stato italiano in sede ONU per la transizione allo Stato di Diritto codificando - per affermarlo – il diritto umano alla conoscenza
Firma qui la Dichiarazione di Roma per lo stato di diritto e il diritto alla conoscenza contro la ragion di Stato e chiedi ai consiglieri comunali, dell'area metropolitana e regionale di firmarla.
Chiedi al Consiglio del Comune, dell'area metropolitana di approvare questa delibera.
Documentazione consegnata il 4 novembre 2015 al Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai Roberto Fico in occasione dell'incontro con una delegazione radicale.
Documentazione relativa alle iniziative radicali in corso consegnata il 13 maggio 2015 al Ministro della Giustizia Andrea Orlando in occasione dell'incontro con una delegazione radicale.
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Iscritti e contribuenti 2017
ARMANDO DI TORINO | 200 € |
MASSIMILIANO AV NUXIS | 200 € |
LEONARDO PA AUGUSTA | 20 € |
SALVATORE PE SULMONA | 20 € |
SANTO PA SAN GREGORIO DI CATANIA | 10 € |
VINCENZO ES ARIANO IRPINO | 50 € |
PORZIA AD SPOLETO | 50 € |
GIOVANNI RA MILANO | 200 € |
MASSIMILIANO CO ROMA | 300 € |
NORA CA MONZA | 200 € |
Total SUM | 397.199 € |